Alice Massano, architetto, insegnante di fotografia dal 2008, in corsi e workshop (per i più esigenti, con la reflex; per i più giovani, con il cellulare o la compatta). Scatta fotografie da tanti anni, soprattutto nei viaggi che ha fatto in giro per il mondo. Ha fatto poche mostre, una personale, qualche concorso e qualche pubblicazione. Non ama particolarmente esporre, predilige l’utilità allo sfoggio, preferisce godere personalmente del brivido che lo scatto giusto sa dare, ed è felice se le sue immagini possono servire a qualcuno.
1) Quando e come ti sei avvicinata alla fotografia?
Nel 1992, avevo 14 anni. Dopo aver partecipato a un corso organizzato dalla scuola, ho avuto in prestito la reflex da un amico di mia madre, e ho cominciato a portarmela sempre dietro. Ricordo una delle mie prime fotografie: una scala, in Puglia, luce radente, muri scrostati… Forse la mia prima attenzione è stata per l’inquadratura. Sono arrivata successivamente all’importanza della luce.
2) Chi è che ti ha ispirata?
Non saprei dire. Credo tutti coloro che negli anni mi hanno dato consigli sui miei scatti, veri e propri insegnamenti o inconsapevoli suggerimenti. E poi mi ispirano le fotografie degli altri, da quelle dei Grandi Maestri a quelle dei miei allievi. Mi sono illuminata quando ho scoperto Elliott Erwitt, perchè con la sua contagiosa ironia ha dato una ventata di novità nella mia visione della Fotografia, ormai resa statica da tanta teoria e tecnica.
3) Qual è il tuo artista preferito?
Anche a questo non so rispondere. Non ho un fotografo preferito (né un cantante, attore, film…). Ma mi è capitato tante volte di imbattermi in fotografie, immagini, visioni che mi hanno fatto provare quel sottile desiderio di trovarmi in quel luogo, in quel momento per poter scattare anch’io La fotografia. Mi capita anche con gli studenti. Mi sono illuminata quando ho scoperto Elliott Erwitt, perché con la sua contagiosa ironia ha dato una ventata di novità nella mia visione della Fotografia, ormai resa statica da tanta teoria e tecnica.
4) Qual è la tua ottica preferita?
Il 50mm ereditato da mio padre. Non legge gli automatismi, sulla digitale si scatta “al buio”, ma avendo una luminosità di 1:1.2 fa degli sfocati davvero emozionanti. Lo uso poco, me lo centellino.
5) Qual è il tuo soggetto preferito?
Più che un soggetto preferito, ho capito con gli anni che amo scattare nelle situazioni per me nuove, non ancora da me tanto osservate. Amo esplorare con la macchina fotografica in mano, adoro quell’adrenalina che mi pervade quando come un radar affamato sondo tutto ciò che mi sta attorno cercando inquadrature, istanti, punti di vista, luci, emozioni… Mi piace sdraiarmi e arrampicarmi, sperimentare e muovermi.
6) Quali effetti ha la fotografia nella tua vita, privata e non?
In questo momento è un tema molto delicato per me. Da quando ho trasformato la fotografia in un mestiere, mi è diventato difficile scattare nella vita privata. E questo mi dispiace moltissimo. Spero di riuscire a trovare il compromesso, perché trovo stupendo lasciarsi dietro belle immagini che ci ricordino momenti, emozioni, luoghi, persone…
7) Quali sono i tuoi progetti fotografici futuri?
La mia vera meta è quindi riuscire a raccontare la mia vita, il mio mondo. Per me.
8) Dilemma eterno: Nikon o Canon?
Ho un approccio più emotivo che tecnico alla fotografia, quindi non mi addentro nemmeno in questioni come questa. Ma non rinuncio a giocare con gli amici fotografi facendo la parte della Nikonista, acerrima nemica dei Canonisti. Tutto solo perché mio padre mi ha lasciato i suoi obiettivi Nikon, che continuano a montare anche sui nuovi modelli digitali.
9) Che consiglio daresti a chi ama fotografare?
Gli direi quello che ripeto continuamente nei miei corsi: “fotografate, fotografate, fotografate! Non perdetevi in parole o tecnicismi o spese o allestimenti artificiali. Sperimentate tutto e scattate, scattate. Ma ricordate, è altrettanto importante selezionare e stampare. Se no, è tutto solo un gioco momentaneo e fugace. Credo che per la maggior parte delle persone, invece, la Fotografia sia bella proprio perché resta. E continua a dare, nel tempo che avanza”.
10) Fai un saluto alla rivista.
Ciao, bravi, è bello l’entusiasmo con cui avete creato questa rivista. Nata dalla certezza di tutti voi che non si poteva concludere tutto con il primo Corso Base di Fotografia Digitale di ZUM. E così siete andati avanti. Oggi siete al numero 2 di una rivista, al numero 6 di una cena fotografica, al numero 7 di uscite fotografiche …e poi dove arriverete? Vi seguirò con orgoglio e affetto.
Intervista completa: Numero Due