Edoardo Piva nato a Torino nel 1977 dove lavora come fotografo freelance. Diplomato nel 2002 presso l’Istituto Europeo di Design di Torino dove insegna still life dal 2008. Fotografo di scena del Teatro Regio di Torino dal 2000 al fianco di Alberto Ramella e freelance dal 2003. Predilige la fotografia in studio sia di oggetti che di persone.
1) Quando e come ti sei avvicinato alla fotografia?
Il primo approccio al mondo della fotografia è avvenuto a seguito del regalo ricevuto per la mia cresima: una splendida reflex completamente meccanica che mi ha fatto scoprire il mondo dell’immagine. Da quel momento in avanti, la passione per a fotografia è aumentata di anno in anno, sfogliando riviste di settore che mi hanno permesso anche di acquisire qualche nozione tecnica fondamentale. Finito il liceo, mi sono iscritto alla Facoltà di biologia ma ben presto ho capito che non faceva per me, preferivo andare a zonzo con la mia macchina fotografica piuttosto che studiare. Abbandonata l’università ho quindi avuto la fortuna di poter frequentare il corso di Fotografia presso l’Istituto Europeo di Design di Torino, dove ho avuto la possibilità di trasformare la mia passione in lavoro.
2) Chi è che ti ha ispirato?
La prima mostra fotografica che mi ha colpito è stata una personale di David Hockney presso la Gam di Torino. Ma i fotografi che tutt’oggi considero i Maestri sono Irving Penn e Richard Avedon.
3) Qual è il tuo artista preferito?
Domanda quasi impossibile a cui rispondere, ma per onorare anche la fotografia nazionale, uno dei miei fotografi preferiti è Luigi Ghirri.
4) Qual è la tua ottica preferita?
Direi che amo tutte le ottiche fisse, gli zoom sono fondamentali per il lavoro, ma il 50mm e l’85mm sono le mie ottiche preferite.
5) Qual è il tuo soggetto preferito?
Parlando di lavoro amo fotografare le persone, in prevalenza ritratti. Parlando di arte invece prediligo “la natura” nelle sue varie forme: piante, fiori, rocce etc.
6) Quali effetti ha la fotografia nella tua vita, privata e non?
Non saprei dire. Sicuramente l’immagine fa parte della mia vita in ogni momento. Diciamo che utilizzando la fotografia per lavoro, spesso nella vita privata passa in secondo piano, ma solo in modo tangibile, per il resto il mio cervello ed i miei occhi fanno sempre click.
7) Quali sono i tuoi progetti fotografici futuri?
Più che progetti direi desiderio: quello di arrivare ad accettare solo lavori fotografici che mi piacciano, evitando le “marchette” di sopravvivenza.
8) Dilemma eterno: Nikon o Canon?
Per me Canon tutta la vita! Ma è una questione assolutamente soggettiva e credo derivante dall’abitudine.
9) Che consiglio daresti a chi ama fotografare?
Il mio consiglio è di fotografare sempre in pellicola. Non voglio sembrare un reazionario! Non intendo dire che si debbano spendere soldi anche quando se ne può fare a meno. Quello che intendo è di fotografare sempre mantenendo l’idea della fotografia, senza cadere nella trappola del digitale con le sue mille opportunità, assolutamente belle e funzionali. Ma attenzione a non crollare nel “fantastico”. Si può fantasticare anche con la fotografia tradizionale (usando una macchina fotografica digitale come se fosse a pellicola).
10) Fai un saluto alla rivista.
Non sono tanto bravo in questo! Ringrazio Davide per avermi proposto di apparire sulla vostra rivista e vi auguro di continuare con mille altri numeri. Fate CLICK in ogni momento della vostra vita anche solo con gli occhi e con il cervello!
Contatti: Edoardo Piva – Studio +, Via Parma, 52 – 10153 Torino – Tel 011.24.78.031 – Cel 339.89.33.735
Intervista completa: Numero Tre