Maurizio De Conti, nato nel lontano 1974 fa i suoi prima passi nel quartiere Madonna di Campagna a Torino. Già subito si intravede una spiccata voglia di esplorare nuovi mondi e se ne ha la conferma quando la madre e il fratello lo raccolgono sotto il lavandino di casa dopo un volo all’indietro dal seggiolone. Finito il momento magico dell’esplorazione sperimenta concretamente l’esperienza del volo, cadendo dai gradini di una piscina e fracassandosi la testa e acquisendo tre punti. (smettetela dicendo “ecco perché è cosi?”. Banali)
Oggi dopo anni da quelle esperienze è una persona seria. Lavora come orientatore professionale per una Cooperativa Sociale e sta collaborando con alcuni amici alla realizzazione di uno studio grafico e multimediale a Torino. Sposato con Silvia che gli riempie la vita, non cade e non esplora più sotto i lavandini se non con la sua macchina foto, più bella e meno pericolosa del seggiolone e della piscina.
p.s: un’altra mia passione sono le barzellette: “Sapete cosa ci fa Pierino sul tram?” No? Nemmeno io ero sul pullman… Ok, continuo a scattare.
1) Quando e come ti sei avvicinato alla fotografia?
Mi hanno regalato una macchina fotografica reflex in lista nozze. Dopo averla avuta fra le mani ho incominciato a leggere il manuale, e ho pensato: “Ho capito tutto”. Dopo, sul campo, ho capito che mi mancava qualcosa, e allora ho deciso che avevo bisogno di qualcuno che mi dicesse e spiegasse che cosa potevo fare. Allora ho sentito Alessandro Vargiu e mi sono iscritto al primo corso di fotografia.
2) Chi è che ti ha ispirato?
Mio papà: è sempre stato appassionato di foto. Aveva, per i tempi suoi, una buona macchina pentax con un sacco di materiale, flash, filtri ecc…. Un pò mi sembra che sia una cosa che ci accomuna, che ci unisce un po’ di più.
3) Qual è il tuo artista preferito?
Non ho un’artista preferito ma degli stili preferiti, mi piace l’uso del colore di Steve McCurry semplicemente geniale, l’uso del bianco e nero e la capacità di far trasudare emozioni di Dorothea Lange, l’essenzialità dei paesaggi e l’uso della luce di Franco Fontana ed infine l’uso del bianco e nero e la scelta delle forme di Henry Cartier-Bresson. Mi piace lo stile di Agresti e di Capodanno e di altri. Diciamo che mi piace prendere lo stile di molti per provare a fonderlo e creare qualcosa di nuovo. Penso che la fotografia sia anche questo, scomporre e ricomporre a tuo piacimento. Una cosa che mi piace fare è fotoritoccare quello che creo, creare un movimento di persone nelle foto che faccio. Una specie di stop motion fotografico.
4) Qual è la tua ottica preferita?
Direi che per ora la mia ottica preferita è il Tamron 18-70 f2.8. reattivo, colori brillanti e buone foto anche in luoghi poco illuminati senza l’uso del flash. Quello che cercavo.
5) Qual è il tuo soggetto preferito?
Mia moglie ma non si fa mai fotografare. Direi le persone nei loro ambienti, dove lavorano, dove vivono, mentre fanno cose. Mi piace raccontare qualcosa, emozioni, passioni e modi di vivere. Ho uno stile molto legato alla vita quotidiana e non amo particolarmente le foto in studio.
6) Quali effetti ha la fotografia nella tua vita, privata e non?
Sicuramente mi ha reso più curioso, quando sono in giro con la macchina foto guardo ovunque alla ricerca di qualcosa che mi colpisca. Un’altra cosa è che quando ho la macchina foto in mano mi sento libero, come se in quel momento ci fossimo solo io e lei che cerchiamo e scrutiamo tutto, insomma uno sguardo diverso sul mondo.
7) Quali sono i tuoi progetti fotografici futuri?
Non saprei, mi piacerebbe riuscire ad abbinare l’arte fotografica con qualcos’altro. Nella mostra del corso avanzato mi è piaciuto abbinare foto di mani con libri, quindi accostare quello che ho rappresentato nella foto spiegandolo attraverso la cultura, quasi come se ci fosse una linea sottile tra la foto scattata e la cultura scritta. Detto questo mi piacerebbe fare un lavoro fotografico che può unire più arti come ad esempio la fotografia e la pittura, oppure la fotografia e la poesia. Sono in fase di sviluppo entrambi.
8) Dilemma eterno: Nikon o Canon?
La mia prima macchina è stata una Nikon D60 ma non l’ho scelta. Dopo ho scelto una Nikon D90, ottima macchina, abbiamo stabilito una buona affinità e quando siamo insieme ci capiamo alla lettera. Quindi per rispondere alla domanda dico che devi trovare la tua, quella che capisci al volo non solo da un punto di vista tecnico ma anche di sensazione della foto scattata. Ogni macchina ha i suoi pregi e i suoi difetti bisogna conoscerli entrambi e “sintonizzarsi” con loro per avere il risultato desiderato. Un’ultima cosa è che mi piacerebbe un giorno avere una reflex pentax.
9) Che consiglio daresti a chi ama fotografare?
Cammina, guarda, osserva, aspetta il momento giusto e poi…click e crea.
10) Fai un saluto alla rivista.
Ciauuuuu rivista.
Intervista completa: Numero Quattro