Ieri sera, mentre mezza città era radunata alla Porta di Brandeburgo per assistere alla storica finale di Champion’s League, la libreria italiana Mondolibro ha organizzato un bellissimo incontro letterario-musicale, presentando il libro “Breve storia di una generazione” edito da Caratterimobili.
L’autore del libro è Torto O.G. – al secolo Gaetano Occhiofino – rapper, blogger e giornalista. Come rapper è fondatore delle band hip hop Zona 45 e Pooglia Tribe mentre come giornalista ha scritto per le testate Puglia, Il Resto e Hot Magazine.
Il libro è nato in seguito all’enorme successo del blog curato da Torto – dal titolo omonimo – e dall’enorme numero di condivisioni che ha avuto uno dei suoi post, che lo stesso rapper ha letto durante l’incontro:
Eravamo ragazzi e ci dicevano: “Studiate, sennò non sarete nessuno nella vita”. Studiammo. Dopo aver studiato ci dissero: “Ma non lo sapete che la laurea non serve a niente? Avreste fatto meglio a imparare un mestiere!”. Lo imparammo. Dopo averlo imparato ci dissero: “Che peccato però, tutto quello studio per finire a fare un mestiere?”. Ci convinsero e lasciammo perdere. Quando lasciammo perdere, rimanemmo senza un centesimo. Ricominciammo a sperare, disperati. Prima eravamo troppo giovani e senza esperienza. Dopo pochissimo tempo eravamo già troppo grandi, con troppa esperienza e troppi titoli. Finalmente trovammo un lavoro, a contratto, ferie non pagate, zero malattie, zero tredicesime, zero Tfr, zero sindacati, zero diritti. Lottammo per difendere quel non lavoro. Non facemmo figli – per senso di responsabilità – e crescemmo. Così ci dissero, dall’alto dei loro lavori trovati facilmente negli anni ’60, con uno straccio di diploma o la licenza media, quando si vinceva facile davvero: “Siete dei bamboccioni, non volete crescere e mettere su famiglia”. E intanto pagavamo le loro pensioni, mentre dicevamo per sempre addio alle nostre. Ci riproducemmo e ci dissero: “Ma come, senza una sicurezza nè un lavoro con un contratto sicuro fate i figli? Siete degli irresponsabili”. A quel punto non potevamo mica ucciderli. Così emigrammo. Andammo altrove, alla ricerca di un angolo sicuro nel mondo, lo trovammo, ci sentimmo bene. Ci sentimmo finalmente a casa. Ma un giorno, quando meno ce lo aspettavamo, il “Sistema Italia” fallì e tutti si ritrovarono col culo per terra. Allora ci dissero: “Ma perchè non avete fatto nulla per impedirlo?”. A quel punto non potemmo che rispondere: “Andatevene affanculo!”
Durante l’incontro, volato via troppo in fretta e contraddistinto da un’analisi abbastanza lucida della situazione attuale dell’Italia dal punto di vista politico-economico ma anche sociale e musicale, il rapper ha parlato della sua vita personale, lavorativa, del mondo hip hop e di quello dei centri sociali (Torto è tra gli occupanti del Centro Sociale Fucine Meridionali di Bari) e, dopo aver letto un altro estratto del libro, delizia tutti i presenti con il suo talento, rimando e rappando in italiano e in dialetto barese.
I presenti lo hanno ascoltato attentamente, sorridendo talvolta, dinnanzi a un’analisi dettagliata e appassionata di un Paese alla deriva ma a cui molti giovani non vogliono arrendersi. Un ottimismo non ingenuo ma realista, coronato dalle sue rime che raccontano il quotidiano vissuto dal rapper, quella Bari a volte violenta ma nonostante tutto, bellissima. Racconta di un Sud talvolta deriso ma indubbiamente culla di grandi possibilità e capacità, a cui troppo a lungo è stato negato tutto: incominciando da investimenti economici e strutturali.
Il libro ha la prefazione di J-Ax, rapper milanese che ha contribuito alla diffusione del rapper barese ed è arrichito dalle foto dei graffiti berlinesi dell’autore Tans – Michele Tansella – rapper, musicista, artista e cuoco che vive da più di un decennio a Berlino.
Le foto sottolineano il forte legame di Torto con la capitale tedesca, visitata per la prima volta nel 1990 e nei successivi anni rendendolo testimone dei grandi cambiamenti che hanno reso Berlino la città che è oggi.
L’incontro è terminato con un buon bicchiere di vino e, naturalmente, con l’autografo dell’autore sulla copia del suo libro appena acquistato:
A Stefano,
che ha lasciato tutto per venire qui!
Torto