Giorno 498: Breve storia di un sabato sera
Giorno 498: Breve storia di un sabato sera

Giorno 498: Breve storia di un sabato sera

Ieri sera, mentre mezza città era radunata alla Porta di Brandeburgo per assistere alla storica finale di Champion’s League, la libreria italiana Mondolibro ha organizzato un bellissimo incontro letterario-musicale, presentando il libro “Breve storia di una generazione” edito da Caratterimobili.

L’autore del libro è Torto O.G. – al secolo Gaetano Occhiofino – rapper, blogger e giornalista. Come rapper è fondatore delle band hip hop Zona 45 e Pooglia Tribe mentre come giornalista ha scritto per le testate Puglia, Il Resto e Hot Magazine.

Il libro è nato in seguito all’enorme successo del blog curato da Torto – dal titolo omonimo – e dall’enorme numero di condivisioni che ha avuto uno dei suoi post, che lo stesso rapper ha letto durante l’incontro:

Eravamo ragazzi e ci dicevano: “Studiate, sennò non sarete nessuno nella vita”. Studiammo. Dopo aver studiato ci dissero: “Ma non lo sapete che la laurea non serve a niente? Avreste fatto meglio a imparare un mestiere!”. Lo imparammo. Dopo averlo imparato ci dissero: “Che peccato però, tutto quello studio per finire a fare un mestiere?”. Ci convinsero e lasciammo perdere. Quando lasciammo perdere, rimanemmo senza un centesimo. Ricominciammo a sperare, disperati. Prima eravamo troppo giovani e senza esperienza. Dopo pochissimo tempo eravamo già troppo grandi, con troppa esperienza e troppi titoli. Finalmente trovammo un lavoro, a contratto, ferie non pagate, zero malattie, zero tredicesime, zero Tfr, zero sindacati, zero diritti. Lottammo per difendere quel non lavoro. Non facemmo figli – per senso di responsabilità – e crescemmo. Così ci dissero, dall’alto dei loro lavori trovati facilmente negli anni ’60, con uno straccio di diploma o la licenza media, quando si vinceva facile davvero: “Siete dei bamboccioni, non volete crescere e mettere su famiglia”. E intanto pagavamo le loro pensioni, mentre dicevamo per sempre addio alle nostre. Ci riproducemmo e ci dissero: “Ma come, senza una sicurezza nè un lavoro con un contratto sicuro fate i figli? Siete degli irresponsabili”. A quel punto non potevamo mica ucciderli. Così emigrammo. Andammo altrove, alla ricerca di un angolo sicuro nel mondo, lo trovammo, ci sentimmo bene. Ci sentimmo finalmente a casa. Ma un giorno, quando meno ce lo aspettavamo, il “Sistema Italia” fallì e tutti si ritrovarono col culo per terra. Allora ci dissero: “Ma perchè non avete fatto nulla per impedirlo?”. A quel punto non potemmo che rispondere: “Andatevene affanculo!”

Durante l’incontro, volato via troppo in fretta e contraddistinto da un’analisi abbastanza lucida della situazione attuale dell’Italia dal punto di vista politico-economico ma anche sociale e musicale, il rapper ha parlato della sua vita personale, lavorativa, del mondo hip hop e di quello dei centri sociali (Torto è tra gli occupanti del Centro Sociale Fucine Meridionali di Bari) e, dopo aver letto un altro estratto del libro, delizia tutti i presenti con il suo talento, rimando e rappando in italiano e in dialetto barese.

I presenti lo hanno ascoltato attentamente, sorridendo talvolta, dinnanzi a un’analisi dettagliata e appassionata di un Paese alla deriva ma a cui molti giovani non vogliono arrendersi. Un ottimismo non ingenuo ma realista, coronato dalle sue rime che raccontano il quotidiano vissuto dal rapper, quella Bari a volte violenta ma nonostante tutto, bellissima. Racconta di un Sud talvolta deriso ma indubbiamente culla di grandi possibilità e capacità, a cui troppo a lungo è stato negato tutto: incominciando da investimenti economici e strutturali.

Il libro ha la prefazione di J-Ax, rapper milanese che ha contribuito alla diffusione del rapper barese ed è arrichito dalle foto dei graffiti berlinesi dell’autore Tans – Michele Tansella – rapper, musicista, artista e cuoco che vive da più di un decennio a Berlino.

Le foto sottolineano il forte legame di Torto con la capitale tedesca, visitata per la prima volta nel 1990 e nei successivi anni rendendolo testimone dei grandi cambiamenti che hanno reso Berlino la città che è oggi.

L’incontro è terminato con un buon bicchiere di vino e, naturalmente, con l’autografo dell’autore sulla copia del suo libro appena acquistato:

A Stefano,

che ha lasciato tutto per venire qui!

Torto

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