Uno
Uno

Uno

Si svegliava spesso, prima di Alba, in quei giorni di Dicembre, gli ultimi, simili a piccole perline saldate attorno a un’attesa incolore. Si sollevava e andava alla finestra.

Non si rivestiva mai, quasi non sfiorava le lenzuola, il corpo nudo emergeva tra i solchi della stoffa, come onde di cotone, impalpabile come una goccia tra le ciglia, come un soggetto di Robin Eley. Il primo raggio di luce che illuminò la strada fu quello di una Volkswagen scura. La freccia bluastra passò come un polpastrello avido sul fianco per poi salire veloce verso la guancia: qui disegnò una specie di lacrima.

Poi il caffè riprese a colare giù languido dalle lampadine della notte.

Al passaggio rapido di una piccola utilitaria bianca si sorprese a custodire per un istante una piccola fiamma azzurra in mezzo alla pancia, e per una manciata di secondi si perse dietro l’idea di una fotografia in bianco e nero, con un profilo di donna invecchiato dalla luce.

Pensò senza una ragione al profumo di detersivo alla lavanda che, dall’orto, arrivava come un messaggio sino al primo piano della cascina, nelle domeniche d’estate.

Dalla strada giunse un flebile gemito, la Lavanda si morse il labbro inferiore, sotto colate e colate di cemento. Gli piaceva accarezzarsi con le piccole unghie il petto nudo. E grazie al riflesso del vetro e all’illusione del doppio, non sentirsi più così solo, per qualche minuto.

Gli piaceva svuotare il respiro sul vetro e poi lasciarvi una piccola impronta rotonda con la punta del naso. Poi sorridere con malizia, come di fronte a un magico spioncino nel buio. La città, a quell’ora, era il suo segreto.

Gli piaceva guardare le vie rigirarsi nel letto prima di vestirsi di un milione di passi.

Gli piaceva indovinare i nomi delle piazze, ancora così confusi e altisonanti, fino a quando l’occhio non si perdeva dietro l’ultimo scorcio visibile.

Gli piaceva leggere sottovoce le insegne luminose dei locali, allenando con cura la pronuncia.

Gli piaceva lei. Gli piaceva pensarla accoccolata nella sua verginità, tra le pieghe vive della coperta. Gli piaceva la sublime andatura di un morbido solco lungo la schiena, di un profondo incavo dorato, salato.

Mai assaggiato, e così lontano da lui.

Per poi tornare uno.

Nudo.

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