Giorno 464: piccolo aggiornamento e alcuni ragionamenti
Giorno 464: piccolo aggiornamento e alcuni ragionamenti

Giorno 464: piccolo aggiornamento e alcuni ragionamenti

E’ passato molto tempo dall’ultima volta che ho scritto sul Diario di bordo ma, durante la mia recente visita a Torino, mi hanno detto in molti che trovano davvero interessante sia il Diario sia la guida su Berlino, che scrivo con alcuni amici, Guida Galattica per Autostoppisti.

Ancora più determinato, riprendiamo il conto: sono a Berlino da 464 giorni e le pratiche burocratiche sono quasi al termine.

Ricapitolando, ho fatto nell’ordine: Anmeldung (ovvero la registrazione di domicilio), contratto di lavoro indeterminato, l’iscrizione all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), Krankenkasse (la copertura assicurativa sanitaria tedesca), assicurazione sulla casa e sulla persona (obbligatoria in Germania), assicurazione furto e incendio per la bicicletta e due traslochi (e sto cercando la quarta casa, quella definitiva!).

Naturalmente in tutto questo tempo ho frequentato già quattro corsi di tedesco (A1.1, A1.2, A2.1 e A2.2) e, in questo momento, ho appena finito il livello B1. Appena arriverò al livello C2 (tempo massimo stimato: un anno) potrò iscrivermi a un Ausbildung (corso di formazione con tirocinio pagato) o all’Università per poter lavorare come educatore a Berlino. Posso farmi valutare il curriculum e, in teoria, dovrebbero togliermi un anno di studi grazie all’esperienza acquisita in Italia.

Per il resto, sto fotografando – poco -, sto conoscendo molte persone, uso praticamente sempre la bicicletta – cosa che in Italia non facevo da anni.

A proposito di questo, voglio parlarvi dell’articolo di Anna Franchin, tratto da Internazionale del 21 Aprile 2013: http://www.internazionale.it/news/da-sapere/2013/04/21/qual-e-la-citta-migliore-per-andare-in-bici/

Tralasciando il fatto che nella classifica delle migliori città per i ciclisti non ci siano città italiane, ci sono alcuni numeri e dati che sono sconcertanti. Ad esempio, cito testualmente:

Ad Amsterdam più della metà dei suoi abitanti usa la bici almeno una volta al giorno, approfittando di quasi 500 chilometri di piste ciclabili. Qui le politiche a favore dei ciclisti sono state avviate negli anni sessanta.

Cioè, mentre noi italiani sferragliavamo da ogni parte con le nostre nuove, fiammanti, sudate FIAT, in Olanda venivano varate le prime riforme in favore dei ciclisti. E mentre noi ancora oggi prendiamo la macchina per andare a comprare il pane o ad accompagnare i figli a scuola, la maggior parte degli olandesi si sposta in bici su circa 500 chilometri di pista ciclabile. 500! In Italia la città con più chilometri di pista ciclabile è Modena con ben 190 chilometri (dati del 2010). 310 chilometri di differenza, esattamente la distanza tra Torino e Viareggio.

La Svezia ha investito 7 milioni di euro. […] Sempre nei Paesi Bassi, nel 1976, è nata l’idea del woonerf, una strada con ampi marciapiedi e cartelli segnaletici molto grandi, dossi, attraversamenti pedonali rialzati, rotatorie. Nei woonerf, pedoni e ciclisti hanno la precedenza e le auto devono rispettare limiti di velocità molto rigidi. L’idea è stata adottata anche nei paesi scandinavi, in Francia, Regno Unito, Germania e in alcune località italiane. Se ne sta costruendo uno anche a Toronto. A Barcellona il rischio d’incidenti per i ciclisti si è ridotto allo 0,005 per cento. E una campagna del 2011 fatta dal dipartimento della salute pubblica di Copenaghen ricordava che in Danimarca “si è più sicuri sulla propria bici che sul divano”.

7 milioni di euro. Non sono riuscito a trovare in rete le informazioni riguardo agli investimenti dei maggiori comuni italiani ma dubito si avvicinino alla cifra svedese.

I pedoni e i ciclisti hanno la precedenza? Impensabile.

La classifica è così composta:

1) Amsterdam (Paesi Bassi), 2) Portland (Oregon, USA), 3) Copenaghen (Danimarca), 4) Boulder (Colorado, USA), 5) Davis (California, USA), 6) Trondheim (Norvegia), 7) Minneapolis (Minnesota, USA), 8) Berlino (Germania), 9) Barcelona (Spagna), 10) Basilea (Svizzera).

A Berlino più di 400mila berlinesi percorrono ogni giorno 620 chilometri di piste ciclabili per andare al lavoro e il governo investe ogni anno 3 milioni di euro per la mobilità su due ruote.

I dati che arrivano dall’Italia sono i seguenti (fonte: http://canali.kataweb.it/kataweb-consumi/la-top-ten-delle-citta-ciclabili/ – Ottobre 2010).

La città con l’indice di ciclabilità maggiore è Reggio Emilia, con 34,86 metri di pista ciclabile per abitante. Seguono Lodi, Modena, Mantova, Vercelli, Cremona, Forlì, Ravenna, Cuneo e Ferrara. Sedicesima Lecce, solo 42° Torino (con 6,77 m/a). Chiude 77° Palermo con 1,08 m/a.

La classifica dei chilometri di piste ciclabili invece è la seguente. Come abbiamo già detto, al primo posto troviamo Modena (190 chilometri), seguita da Torino (175 chilometri) e Reggio Emilia (155 chilometri). Seguono a distanza Padova, Brescia, Bologna, Roma, Parma, Ravenna e Ferrara. Le peggiori 10 si trovano tutte al sud: Trapani (2,5 chilometri), Cagliari, Reggio Calabria, Chieti, Taranto, Catania, Ragusa, Avellino. Chiudono questa triste classifica Isernia e Nuoro con 0 chilometri di pista ciclabile. L’articolo è un pò vecchiotto (7 ottobre 2010) ma per chi fosse interessato: http://canali.kataweb.it/kataweb-consumi/2010/10/07/muoversi-in-citta-sulle-due-ruote-le-piste-ciclabili-da-sole-non-bastano/

Un altro articolo di Internazionale (fonte: http://www.internazionale.it/news/da-sapere/2013/04/13/quali-sono-i-paesi-e-le-citta-migliori-del-mondo-per-i-bambini/) che mi ha interessato molto è quello che tratta del risultato del rapporto ONU “Il benessere dei bambini nei paesi ricchi”.

Le Nazioni Unite hanno dichiarato che la salute dei bambini è l’indicatore più importante per capire se la qualità della vita di un luogo è alta, se una società è democratica e un paese o una città sono ben governati.

Prendendo in esame i seguenti fattori:

– educazione (la qualità delle scuole, quante sono, la proporzione tra scuole pubbliche e private, ma anche il livello d’istruzione degli adulti);
– sicurezza (quanta criminalità c’è);
– economia (il costo delle case, la povertà, il tasso di occupazione e quello di innovazione);
– servizi (politche sociali, assistenza alle famiglie e alle madri, asili nido ma anche centri ricreativi, musei, zoo, spazi verdi);
– sostenibilità (qualità dell’aria, rispetto dell’ambiente)

si è arrivati alla seguente classifica.

Al primo posto i Paesi Bassi (che guidano anche la classifica precedente riguardo la ciclabilità), seguiti da Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia. L’Italia occupa la seconda parte della classifica, al 22° posto. Tra i risultati forse sorprendenti ci sono quelli della Slovenia, che supera il Canada, e del Portogallo, che ha una posizione più alta rispetto agli Stati Uniti.

In Italia, la classifica delle città vivibili più famosa in italia è quella del Sole24ore, ma non parla di bambini. Le migliori del 2012 sono state Bolzano, Siena e Trento. (fonte: http://www.ilsole24ore.com/speciali/qvita_2012/home.shtml).

C’è da dire che le cose da fare sono veramente tante. Probabilmente bisognerebbe iniziare il cambiamento proprio dalle cose piccole, ognuno cambiando le proprie abitudini che, necessariamente, influenzeranno anche quelle più grandi. Non per forza lasciando il proprio Paese ma senza mai abbandonare i propri sogni. Questo è certo!

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