Giorno 60: Due mesi da Berlinese
Giorno 60: Due mesi da Berlinese

Giorno 60: Due mesi da Berlinese

Ich bin ein Berliner.

John F. Kennedy, 26 giugno 1963

Solitamente, quando visito una città, giro per la strada con il naso all’insù cercando di scoprire le cose più impensabili.

A Berlino, invece, bisogna camminare anche con il naso all’ingiù perché la maggior parte delle bellezze sono anche per terra. E non mi riferisco solo alla linea di mattoni, ricordo eterno del muro, ma anche per le piccole piastrelle con su scritti nomi e numeri di ciò che Berlino e la Germania non vogliono dimenticare.

Berlino è così: è una città che a prima vista non ci scommetteresti un euro ma, poi, se scavi e vai a fondo, scopri delle bellezze inaspettate. Perché dietro la scorza di un palazzo in apparenza semi abbandonato, ci trovi un mondo brulicante di meraviglie.

Purtroppo i turisti, e soprattutto quelli italiani, si fermano alle apparenze, alla Berlino turistica, fatta di monumenti e gadget e foto ricordo. Seguendo quelle guide turistiche, ovvie e scontate, che ti portano a bere il caffé da Starbucks o a vedere le cere di Madame Tussaud.

Allora, voglio provare io a scrivere un percorso, sulla base delle mie esperienze e dei miei gusti. Probabilmente a molti non piacerà, ma ci provo lo stesso.

Fondamentale, se viaggiate da soli, crearvi una playlist musicale che vi accompagni in alcuni pezzi di percorso. Negli altri, toglietevi le cuffie e gustatevi i suoni e i rumori che giungono intorno a voi.

  • Playlist: Radio Dervish, Centro del mundo, album: Centro del mundo (2001)

Il nostro percorso inizia da Alexanderplatz perché, volenti o nolenti, questo è il centro ufficiale della Berlino orientale. Prendetevi il tempo necessario (ma non troppo) per vedere ciò che c’è qui: Fernsehturm, Alexanderhaus e Berolinahaus, Haus des Lehrers e Kongresshalle, Haus der Statistik, Haus des Reisens, Haus der Elektroindustrie (oggi Alex 6), Haus des Berliner Verlags (oggi Pressehaus Gruner & Jahr), l’hotel Park Inn (dalla cui sommità, si effettua una specie di bungee jumping), la Galeria Kaufhof Berlin-Alexanderplatz, la stazione ferroviaria, Brunnen der Völkerfreundschaft (la Fontana dell’amicizia tra i popoli), e Urania-Weltzeituhr (l’orologio del tempo del mondo). Inoltre, proseguendo, troverete il Rotes Rathaus (il municipio di Berlino), la Marienkirche, il Neptunbrunnen (la fontana dedicata al dio Nettuno) e il Marx-Engels-Forum. Spostatevi alle spalle del municipio e perdetevi nel Nikolaiviertel (il quartiere Nikolai), nelle sue stradine e davanti alla Nikolaikirche. Proseguite per quella strada, vi ritroverete sul fiume Sprea e, seguendo il corso del fiume, sbucherete al Museumsinsel (l’Isola dei Musei), dove potrete trovare la Berliner Dom (il Duomo), l’Altes Museum, il Neue Museum, l’Alte Nationalgalerie, il Bode Museum, il Pergamonmuseum e l’Ägyptisches Museum.

  • Playlist: Lucio Dalla, Futura, album: Dalla (1980)

Adesso prendete la famosa Unter den Linden (la via sotto i tigli) e percorretela tutta fino al fondo: vi troverete davanti la Brandeburger Tor, in tutta la sua grandezza.

Ora avete tre scelte:

– andare a sinistra e vedere il Denkmal für die im Nationalsozialismus ermordeten Juden Europas e il Denkmal für die im Nationalsozialismus verfolgten Homosexuellen (i due monumenti alle vittime del nazionalsocialismo), fino ad arrivare al centro pulsante di Postdamer Platz e il Sony Center.

  • Playlist: Sophie Hunger, Walzer für Niemand, album: Monday’s ghost (2008)

– andare dritti e attraversare tutto il Großer Tiergarten, vedere il Sowjetisches Ehrenmal (Memoriale per i soldati sovietici) e arrivare alla Siegessäule (l’angelo della vittoria). Se avete ancora forza nelle gambe, potete proseguire ed arrivare fino al Zoologischer Garten (reso famoso dal libro Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, di Christiane F. del 1978 e, del successivo film, nel 1981).

  • Playlist: David Bowie, Helden (versione tedesca di Heroes), album: Heroes (1977)

– andare a destra e visitare il Bundestag (o Reichstag, come è noto ai più) e il Paul-Lohse-Haus.

Bene. In circa due-tre ore, se non siete entrati nei musei o nei palazzi, avete visitato la Berlino da cartolina. La vostra vita da turisti “classici” è finita. Siete pronti per buttarvi nella Berlino vera, quella vissuta.

Spostatevi verso Oranieburger Straße e potrete vedere due meraviglie culturali: il C/O Berlin e il Tacheles. Del primo vi ho già parlato qui (Giorno 10). Il Tacheles, invece, ritengo che sia il più grande museo di arte contemporanea gratuito del mondo. Qui gli artisti ci vivono e hanno il loro studio di arte (fotografia, scultura, pittura e molto altro ancora). L’edificio, un magazzino in fase di demolizione, fu occupato da un collettivo di artisti nel 1990. Per rispetto del lavoro degli artisti, non è possibile fotografare l’interno e questo è un motivo in più per visitarlo. Un consiglio: il lotto del terreno è stato acquistato da una banca ed è previsto l’abbattimento del Tacheles. Ufficiale o no che sia la chiusura, è meglio sbrigarsi a vederlo.


Nella stessa via, trovate la Neue Synagoge (la Nuova Sinagoga), costruita tra il 1859 e il 1866, fu distrutta sia durante la Notte dei cristalli nel 1938, in parte dai bombardamenti della II° Guerra Mondiale e, nel 1958, dalle autorità della DDR che decisero di abbatterla. Nel 1995, dopo sette anni, terminarono i lavori di ristrutturazione.

Consiglio di visitare la zona di Hackescher Markt – il vecchio quartiere ebraico, di entrare nel Hackescher Höfe, un palazzo che racchiude otto cortili pieni di locali e di negozi, tra cui il famoso Ampelmann, di cui vi parlerò in un altro momento. Affianco all’ingresso dell’Höfe, potete visitare un altro cortile in cui trovare l’Anne Frank Zentrum, un museo dedicato ad Anne Frank, all’interno dell’Haus Schwarzenberg, un vivace centro culturale dove la storia entra nell’attualità. Fu in questo edificio, sede di una fabbrica di scope e spazzole, che l’imprenditore non vedente Otto Weidt offrì lavoro e salvezza a decine di ebrei nel drammatico periodo delle deportazioni. Potete trovare anche due locali molto caratteristici e fermarvi a bere una bella birra tedesca.

Ritornando ad Alexanderplatz, potete prendere la U-Bahn 5, in direzione Hönow, e scendere alla fermata di Frankfurter Tor.

  • Playlist: Paul Kalkbrenner, Train, album: Berlin calling (2008)

Vi troverete nel mezzo della Karl-Marx Allee, una strada che inizia ad Alexanderplatz, dirigendosi verso est, con sei corsie stradali e due strisce di verde. Fu ribattezzata Stalinallee, in occasione del 70° compleanno di Stalin (21 dicembre 1949) e rinominata nel 1961, con il nome attuale. Rappresentò negli anni cinquanta l’opera architettonica più ambiziosa della Repubblica Democratica Tedesca, nello stile architettonico stalinista, detto Zucherbäckerstil (stile “torta nuziale”).

Camminando verso Warschauer Straße, arriverete all’East Side Gallery e all’Oberbaumbrücke, il famoso ponte coperto che unisce il quartiere di Friedrichshain a Kreuzberg.

  • Playlist: The Smiths, There is a light that never goes out, album: The Queen is dead (1986)

A questo punto, vi mancheranno solo il Check Point Charlie, situato sulla Friedrichstraße e la Gedächtniskirche, tra le cose “famose” da vedere. In realtà mancano parecchie cose: ogni palazzo, ogni strada, ogni piazza racchiudono storie e architetture degne di essere visitate e conosciute. Così come ogni murales sui palazzi, ogni opera d’arte sparsa per la città, ogni persona con cui parlare.

Non rinunciate a sdraiarvi nei numerosi parchi, a smarrirvi nei mercatini, nelle enormi fermate sotterranee della U-Bahn o sopraelevate della S-Bahn, a scoprire angoli della città che, solo con curiosità, potrete conoscere. Non abbiate fretta di spostarvi, muovetevi con calma, immersi nel mondo berlinese.

Ultimi due consigli: fondamentale mangiare il kebab a Berlino, dato che è nato qui e non in Turchia (manonmidire!) e il tipico curry wurst. Per merenda, un classico Berliner (simile al bombolone italiano). E per il bambino che c’è in voi, non perdetevi il Lego Store di Tauentzienstraße 20.

Vi aspetto qui.


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