Dopo avervi parlato di cosa è Berlino e della sua storia, avervi spiegato la divisione tra quartieri e distretti e dopo il lungo approccio con i mezzi pubblici, possiamo finalmente iniziare a scoprire Berlino.
Per comodità, divideremo la città in zone – come in effetti è realmente – usando per gli spostamenti i due centri: quello orientale, con epicentro Alexanderplatz, e quello occidentale, con punto di partenza Zoologischer Garten.
Il nostro percorso inizia da Alexanderplatz perché, volenti o nolenti, questo è il centro ufficiale della Berlino orientale.
STORIA: In origine era un mercato di bestiame, ed era perciò denominata Ochsenplatz (piazza dei buoi); il nome di Alexanderplatz le fù dato il 25 ottobre 1805, in onore di una visita dell’Imperatore russo Alessandro I a Berlino. La piazza divenne importante nel tardo XIX secolo con la costruzione di una stazione (con lo stesso nome della piazza) e dei mercati generali: Alexanderplatz divenne così una delle maggiori zone commerciali della città, e tale rimase fino alla II° Guerra Mondiale, quando i bombardamenti la danneggiarono gravemente. La piazza è stata soggetta a numerosi riaggiustamenti nella sua storia; tra i più recenti, negli anni sessanta, fu allargata, in un’ottica di riqualifica del centro urbano attuato dalla Repubblica Democratica Tedesca. Alexanderplatz è circondata da diversi edifici famosi. A seguito della riunificazione tedesca, Alexanderplatz è stata gradualmente modificata, con il rinnovamento di molti degli edifici che la circondano. Nonostante la costruzione di linee di tram, ha mantenuto il suo carattere socialista. Prendetevi il tempo necessario (ma non troppo) per vedere ciò che c’è qui:
– Fernsehturm (la Torre della Televisione): la seconda struttura più alta in Europa;
– Alexanderhaus e Berolinahaus: edifici costruiti fra il 1929 e il 1932, su progetto dell’architetto Peter Behrens. Entrambi gli edifici hanno otto piani: il piano terreno ed il primo erano ad uso commerciale, i sei piani superiori terziario e sono un esempio di Lichtarchitektur (architettura luminosa). Il Berolinahaus divenne sede dell’amministrazione del distretto urbano Mitte, nell’Alexanderhaus si insediò invece un grande magazzino. L’Alexanderhaus fu restaurata nel 1993-95, il Berolinahaus nel 2005-2006. Entrambe sono oggi sotto tutela monumentale (Denkmalschutz);
– Haus des Lehrers (casa dell’insegnante) e Kongresshalle (sala dei congressi): fu costruita nel 1962-64 su progetto dell’architetto Hermann Henselmann. Fu pertanto il primo edificio costruito sull’Alexanderplatz nel dopoguerra. Il Haus des Lehrers non era parte del progetto complessivo della nuova piazza (elaborato nel 1964), ma fu progettata come parte del secondo lotto della Karl-Marx-Allee. L’edificio ha 12 piani e costituisce uno degli esempi più importanti dell’Architettura della Repubblica Democratica Tedesca. Molto particolare il fregio all’altezza del terzo piano, decorato da un grande murale, opera di Walter Womacka, intitolato Unser Leben (La nostra vita), che rappresenta scene di vita sociale nella RDT. Con un’altezza di 7 metri, e una lunghezza di 125, è una delle più grandi opere d’arte d’Europa. La sala dei congressi, dal caratteristico tetto di forma sferica, è collegata al Haus des Lehrers da un passaggio coperto. Il Haus des Lehrers ospitava originariamente diverse organizzazioni dedicate all’istruzione e all’educazione. Era nell’edificio la Pädagogische Zentralbibliothek (Biblioteca centrale di pedagogia), una delle maggiori d’Europa. Dalla riunificazione l’edificio è stato affittato a diversi locatari. La Kongresshalle è invece dal 2003 sede del Berliner Congress Centrum (BCC). Il complesso, restaurato nel 2002-2004, è oggi sotto tutela monumentale (Denkmalschutz);
– Haus der Statistik (casa della statistica): fu costruita nel 1968-70 su progetto degli architetti Hörner, Senf e Härter. L’edificio, alto da 9 a 11 piani, si estende lungo la Otto-Braun-Straße. Ospitava originariamente gli uffici statistici centrali della Repubblica Democratica Tedesca. È oggi sede dei Bundesbeauftragten für die Unterlagen des Staatsicherheitsdienstes der ehemaligen Deutschen Demokratischen Republik (commissione di supporto del servizio segreto statale dell’ex RDT), ed ospita la sede berlinese dell’Ufficio federale di statistica;
– Haus des Reisens (casa del turismo): fu costruita nel 1969-71 su progetto degli architetti Johannes Brieske, Roland Korn e Roland Steiger. È un edificio di 17 piani, di forma articolata, con una base di due piani con decorazioni in cemento bianco. Sul lato est, alla base, è una grande rilievo in rame, opera di Walter Womacka, intitolato Der Mensch überwindet Zeit und Raum (L’uomo domina il tempo e lo spazio). Possiede un forte significato urbanistico: è fondale prospettico, verso nord, della Rathausstraße, e verso sud della Greifswalder Straße. Segnala inoltre l’inizio della Karl-Marx-Allee. Fino alla riunificazione, ha ospitato la direzione centrale del Reisebüro der Deutschen Demokratischen Republik (Ufficio viaggi della Repubblica Democratica Tedesca) ed uffici della compagnia aerea nazionale Interflug. Oggi nell’edificio vi sono uffici di diverse società. Vi sono anche due discoteche, Stern Radio e Week-End. L’edificio, inoltre, ospita tutte le domeniche uno dei party serali più moderni della città, il GMF, dedicato principalmente ad un pubblico omosessuale, che ha luogo al 12° ed al 15º piano. In estate, in condizioni climatiche stabili, viene allestita anche la terrazza, dalla quale è possibile godere del panorama sull’intera città;
– Haus der Elektroindustrie – oggi Alex 6 – (Casa dell’industria elettronica), detto anche Haus der Elektrotechnik (Casa dell’elettrotecnica): un edificio di 10 piani, con una facciata lunga ben 220 metri. Fu costruita nel 1967-69 su progetto degli architetti Emil Leibold, Heinz Mehlan e Peter Skujin. Inizialmente ospitava la sede del Ministero dell’industria elettronica ed elettrotecnica della RDT. Al piano terreno vi erano spazi commerciali, che vendevano prodotti dell’industria elettronica nazionale. Dopo la riunificazione divenne sede della Treuhandanstalt, la società federale incaricata di privatizzare le aziende statali dell’ex RDT. L’edificio è stato restaurato fra il 1998 e il 2000. In tale occasione, sulla facciata si sono poste in opera grandi lettere alfabetiche (una per ogni pannello della facciata), che formano un brano tratto dal romanzo Berlin Alexanderplatz di Alfred Döblin (1929). Dopo il restauro il Haus der Elektroindustrie, ribattezzato Alex 6, è diventata sede dei Ministeri dell’Ambiente e della Famiglia;
– Haus des Berliner Verlags – oggi Pressehaus Gruner & Jahr – (Casa delle case editrici berlinesi): edificio situato nella Berliner Karl-Liebknecht-Straße 29;
– l’hotel Park Inn (dalla cui sommità, si effettua una specie di bungee jumping): costituito da 41 piani per un’altezza totale di 125 metri, fu iniziato nel 1967 e completato nel 1970 durante la ricostruzione della piazza;
– la Galeria Kaufhof Berlin-Alexanderplatz;
– la stazione ferroviaria (treni, S-Bahn e U-Bahn);
– Brunnen der Völkerfreundschaft (la Fontana dell’amicizia tra i popoli): situata al centro dell’area pedonale, fu inaugurata nel 1970. La fontana è di forma circolare, con un diametro di 23 metri ed un’altezza massima di 6,2 metri. Fu disegnata da un gruppo di artisti sotto la guida di Walter Womacka. La base è decorata con ceramiche smaltate. La parte superiore è invece costituita da 17 strutture a forma d’ombrello, dalle quali scende l’acqua. La fontana, sotto tutela monumentale (Denkmalschutz), è stata restaurata nel 2002. Nel 2007 è stata ripristinata l’originale illuminazione subacquea;
– Urania-Weltzeituhr (l’orologio del tempo del mondo): una struttura che ruota continuamente mostrando l’ora nelle varie zone della Terra, installata il 30 settembre 1969.
Adesso, passando sotto il ponte ferroviario, percorrendo Rathausstraße, troverete il Rotes Rathaus (il municipio “rosso” di Berlino) dal caratteristico colore dei mattoni e nella forma degli anni sessanta dell’Ottocento, ma nella posizione del municipio medioevale, la Marienkirche (Chiesa di Maria) fondata nel XIII° secolo, il Neptunbrunnen (la fontana dedicata al dio Nettuno) e il Marx-Engels-Forum (attraversando la Spandauer Straße).
Tornate nei pressi del municipio e perdetevi nel Nikolaiviertel (il quartiere Nikolai), nelle sue stradine e davanti alla Nikolaikirche (Chiesa di San Nicola) la più antica chiesa di Berlino.
Proseguite per quella strada, vi ritroverete sul fiume Sprea e, seguendo il corso del fiume, sbucherete alla Museumsinsel (l’Isola dei Musei), che ne costituisce l’intera punta settentrionale, con i suoi sette grandi edifici dedicati alle esposizioni e costruiti a partire dal 1822 – oggi uno dei più importanti complessi museali del mondo – dedicato soprattutto alle collezioni archeologiche e all’arte dell’Ottocento. L’antica e caratteristica architettura della parte meridionale dell’isola, la cosiddetta Fischerinsel (isola dei pescatori) è stata distrutta compleatamente dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. L’unico elemento antico è il piccolo ponte Jungfernbrücke, collegamento con la terraferma a ovest dell’isola.
Isola dei Musei
Potrete trovare l’Altes Museum, il Neue Museum, l’Alte Nationalgalerie, il Bode Museum, il Pergamonmuseum, il Museum für Islamische Kunst e l’Ägyptisches Museum. Qui, sul lato orientale della porzione centrale dell’isola si trovava il cosiddetto Castello di città, la cui storia risale fino al 1443, castello reale fin dal 1701, abbattuto dal governo comunista nel 1950. Approssimativamente nella posizione del castello la DDR costruì – dal 1973 al 1976 – il cosiddetto Palast der Republik (Palazzo della Repubblica), la cui demolizione è stata condotta dal 2006 al 2008, in modo da poter costruire davanti alla piazza del castello (Schloßplatz) un edificio nuovo che almeno nelle dimensioni e nell’aspetto delle facciate principali ricrei l’aspetto dell’antico castello. A nord della piazza si trovano il Lustgarten (Giardino dei piaceri), oggi piazza verde pubblica disegnata tra il 1826-1829 da Peter Joseph Lenné, un tempo giardino dello stesso castello e la Berliner Dom (il Duomo), presente fin dal 1536, anche se l’aspetto odierno è prevalentemente quello del 1905 e costituisce l’ingresso meridionale all’Isola dei Musei.
Gendarmenmarkt
Adesso potete prendere la famosa Unter den Linden (la via sotto i tigli). Trasformato nel 1647 da polveroso sentiero per cavalcare in viale alberato da Federico Guglielmo I di Brandeburgo, ampliato nel 1701 sotto il regno di Federico I, cambiando più volte fisionomia in seguito, il viale è tagliato a metà dalla perpendicolare Friedrichstraße (una delle maggiori vie commerciali) che collega, a sud dei Tigli, la Friedrichstadt (città di Federico), fondata nel 1688, incorporata come quartiere di Berlino nel 1709 e nota per la sua Gendarmenmarkt (Mercato dei gendarmi), famosa piazza della città sulla quale si affacciano le chiese gemelle del Deutscher Dom (Duomo tedesco) e della Französischer Dom (duomo francese), con il Konzerthaus (sala dei concerti – nota anche come Schauspielhaus) fronteggiato dalla statua di Friedrich Schiller.
Check Point Charlie
Poco distante, potete trovare il Check Point Charlie, il noto posto di blocco della Berlino divisa che collegava il settore americano di Kreuzberg a quello sovietico di Mitte. Era situato sulla Friedrichstraße, all’altezza dell’incrocio con Zimmerstraße. Vi era ammesso il passaggio solo di militari delle forze alleate, di diplomatici e di cittadini stranieri. Dopo la riunificazione il punto di controllo venne abbattuto; la baracca di guardia originale oggi si trova nell’Alliertenmuseum; il 13 agosto 2000 ne venne inaugurata una ricostruzione fedele, divenuta in breve tempo di grande richiamo turistico. Il Mauermuseum (Museo del Muro) fin dallo stesso inverno 1961/62 si trova a pochi metri dal Checkpoint. La definizione di Checkpoint Charlie deriva dall’alfabeto fonetico NATO. Checkpoint Alpha era il valico autostradale di Helmstedt (fra le due Germanie), Checkpoint Bravo il valico di Dreilinden (fra Berlino Ovest e la Germania Est).
Percorrendo Unter den Linden troverete la Staatsoper Unter den Linden (Teatro dell’Opera di Stato) e la Cattedrale cattolica di Sant’Edwige (emtrambe costruite sotto Federico il Grande), l’Humboldt-Universität, il Kronprinzenpalais (il palazzo del Principe Ereditario, oggi museo), l’ambasciata russa (ex ambasciata sovietica), Madame Tussauds (il famoso museo delle cere) e lo Zeughaus (l’arsenale). Sul viale si affacciano anche la Staatsbibliotek Unter den Linden, la Neue Wache (Guardia Nuova) del 1818, Bebelplatz (dove, nel 1933, avvenne il rogo dei libri), il Palast der Republik (sede del governo) e il lussuoso Hotel Adlon del 1907. Percorrendola tutta fino al fondo vi troverete davanti la Brandeburger Tor (Porta di Brandeburgo) in tutto il suo splendore.
Ora avete tre scelte:
Denkmal für die im Nationalsozialismus ermordeten Juden Europas
– andare a sinistra e vedere il Denkmal für die im Nationalsozialismus ermordeten Juden Europas, il Denkmal für die im Nationalsozialismus ermordeten Sinti und Roma Europas e il Denkmal für die im Nationalsozialismus verfolgten Homosexuellen (i tre memoriali alle vittime del nazionalsocialismo: ebrei, sinti/rom e omosessuali).
STORIA: Tra il 1988 e il 1989, numerose personalità quali Lea Rosh, Willy Brant, Günter Grass e Christa Wolf sottoscrissero un appello per la realizzazione di un monumento nel centro della città per ricordare lo sterminio degli ebrei in Europa. Nel 1994, vi fu un primo concorso pubblico per la progettazione del monumento che terminò tuttavia senza una definitiva assegnazione. Nel 1997 ci fu un nuovo concorso pubblico, al quale vengono direttamente invitati numerosi artisti ed architetti di fama mondiale; nonostante anche il cancelliere Helmut Kohl si fosse pronunciato a favore del progetto di Peter Eisenman, la votazione finale viene ritardata a causa delle elezioni politiche del Bundestag, che approvò la realizzazione del memoriale il 25 giugno 1999. Il 1 aprile 2003 cominciarono ufficialmente i lavori, che si conclusero il 15 dicembre 2004 con la posa dell’ultima stele. L’inaugurazione del monumento si è tenuta il 10 maggio 2005, due giorni prima dell’apertura al pubblico. Il costo approssimativo del complesso è stato di 25 milioni di euro. Il monumento è stato edificato nell’area originariamente occupata dal palazzo e dalle proprietà di Goebbels ed occupa l’intera superficie dell’isolato tra le Ebertstraße, Behrenstraße, Berlinerstraße e Hannah Arendt Straße; consiste in una superficie di 19.000 m² occupata da 2.711 stele in calcestruzzo colorate di grigio scuro, organizzate secondo una griglia ortogonale, totalmente percorribile al suo interno dai visitatori. Le stele sono tutte larghe 2,375 m e lunghe 95 cm, mentre l’altezza varia da 0,2 a 4 m. Dalla vista esterna appaiono tutte di altezze simili ma, poggiando su di un fondo variamente inclinato, le più basse lungo il perimetro esterno, “fagocitano” gradualmente il visitatore che si addentra fra esse. In base al testo di progetto di Eisenman, infatti, le stele sono realizzate per disorientare e l’intero complesso intende rappresentare un sistema teoricamente ordinato, che fa perdere il contatto con la ragione umana in un’angosciante solitudine.Nell’angolo sud-est dell’area delle stele si ha accesso al sotterraneo “Centro di documentazione degli ebrei morti nella shoah”, con ingresso gratuito, dove è possibile seguire un percorso che tratta simbolicamente le vicende personali e i destini di alcune vittime dell’olocausto attraverso citazioni, immagini e voci di testimoni. Divisa in varie sale: Sala delle dimensioni, Sala delle famiglie, Sala dei nomi, Sala dei luoghi e il Portale dei memoriali.
Il Denkmal für die im Nationalsozialismus verfolgten Homosexuellen fu inugurato il 27 Maggio 2008 e disegnato da Michael Elmgreen e Ingar Dragset. Rappresenta un cubo di granito e sul lato anteriore è stata costruita una finestra, attraverso la quale i visitatori possono vedere un cortometraggio di baci omosessuali.
Da qui potete arrivare fino al centro pulsante di Potsdamer Platz e al Sony Center con la sua cupola;
– andare dritti e attraversare tutto il Großer Tiergarten, vedere il Sowjetisches Ehrenmal (Memoriale per i soldati sovietici) e arrivare alla Siegessäule (l’angelo della vittoria, resa celebre dal film Il cielo sopra Berlino, di Wim Wenders).
Se avete ancora forza nelle gambe, potete proseguire e arrivare fino al Zoologischer Garten (reso famoso dal libro Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, di Christiane F. del 1978 e, del successivo film, nel 1981 di Uli Edel);
– andare a destra e visitare il Bundestag (o Reichstag, come è noto ai più), il Paul-Löbe-Haus e il Marie-Elisabeth-Lüders-Haus. Il Bundestag è la sede del Parlamento Tedesco dal 1990 (dopo la caduta del muro e lo spostamento della capitale da Bonn a Berlino). Fino al 1949 esisteva il Reichstag. Il Paul-Löbe-Haus e il Marie-Elisabeth-Lüders-Haus sono le altre sedi del Parlamento e degli uffici pubblici tedeschi.
In circa due-tre ore, se non siete entrati nei musei o nei palazzi, avete visitato la Berlino da cartolina. La vostra visita da turisti “classici” è finita. Siete pronti per buttarvi nella Berlino vera, quella vissuta. Al nord del centro storico si trova lo Scheunviertel, in cui nel corso dei secoli trovarono rifugio gli ebrei vittime delle persecuzioni nell’Europa orientale. Qui, prima dell’avvento del nazismo, fiorì – perfettamente inserita nel contesto sociale – una comunità ebraica ricca e culturalmente attiva. Spostatevi verso Oranieburger Straße e potrete vedere due meraviglie culturali: il C/O Berlin e il Tacheles (oggi, ormai chiuso). All’interno del Tacheles, gli artisti ci vivevano e avevano il proprio studio di arte (fotografia, scultura, pittura e molto altro ancora), rendendolo la terza attrazione turistica di Berlino e, ritengo, il più grande museo di arte contemporanea gratuito del mondo. L’edificio, un magazzino in fase di demolizione, fu occupato da un collettivo di artisti nel 1990. Per rispetto del lavoro degli artisti, non era possibile fotografare l’interno e questo dava un motivo in più per visitarlo.
Nella stessa via, trovate la Sophienkirche (la Chiesa di Santa Sofia) e la Neue Synagoge (la Nuova Sinagoga), costruita tra il 1859 e il 1866, fu distrutta durante la Notte dei cristalli nel 1938, in parte dai bombardamenti della II° Guerra Mondiale e, nel 1958, dalle autorità della DDR che decisero di abbatterla. Nel 1995, dopo sette anni, terminarono i lavori di ristrutturazione e venne inaugurato il Centrum Judaicum. Consiglio di proseguire la strada (non facendo troppo caso alle belle ragazze lungo i viali… a Berlino, come in Germania, la prostituzione è legale!) e visitare la zona di Hackescher Markt, di entrare nel Hackescher Höfe, un palazzo che racchiude otto cortili costruiti nel 1908 da August Endell, con locali e negozi, tra cui il famoso Ampelmann store. Affianco all’ingresso dell’Höfe, potete visitare un altro cortile in cui trovare l’Anne Frank Zentrum, un museo dedicato ad Anne Frank all’interno dell’Haus Schwarzenberg, un vivace centro culturale dove la storia entra nell’attualità. Fu in questo edificio, sede di una fabbrica di scope e spazzole, che l’imprenditore non vedente Otto Weidt (di cui potrete visitarne il museo gratuito) offrì lavoro e salvezza a decine di ebrei nel drammatico periodo delle deportazioni. Potete trovare anche due locali molto caratteristici e fermarvi a bere una buona birra tedesca. Ritornando ad Alexanderplatz, potete prendere la linea 5 della U-Bahn, in direzione Hönow, e scendere alla fermata di Frankfurter Tor. Vi troverete nel mezzo della Karl-Marx Allee, una strada che inizia ad Alexanderplatz, dirigendosi verso est, con sei corsie stradali e due strisce di verde. Fu ribattezzata Stalinallee, in occasione del 70° compleanno di Stalin (21 dicembre 1949) e rinominata nel 1961, con il nome attuale. Rappresentò negli anni cinquanta l’opera architettonica più ambiziosa della Repubblica Democratica Tedesca, nello stile architettonico stalinista, detto Zucherbäckerstil (stile “torta nuziale”).
Percorrendo tutta Warschauer Straße, arriverete all’East Side Gallery e all’Oberbaumbrücke, il famoso ponte coperto che unisce il quartiere di Friedrichshain a Kreuzberg, dove ogni anno si svolge una battaglia d’acqua per rievocare l’antica rivalità tra i due quartieri, oggi riuniti.
[Alcune delle descrizioni architettoniche e la storiografia hanno come fonte Wikipedia; le fotografie sono dell’autore]