Il mondo del calcio. Visto da un cestista
Il mondo del calcio. Visto da un cestista

Il mondo del calcio. Visto da un cestista

Anche se sono da sempre un appassionato di basket, trovo noioso seguire le partite in tv. Anche perché dentro di me scatta la voglia di entrare in campo e giocare. Quindi da sempre seguo, televisivamente parlando, di più il calcio.

Da sempre tifoso della Juventus, con il tempo si sono aggiunte altre squadre -italiane e non- per i più svariati motivi. E una cosa che mi piace fare e confrontare i vari campionati, la loro evoluzione, le loro statistiche. E con questo articolo, vorrei riportare l’attenzione sui seguenti punti:

Iniziamo!

Stadi di proprietà

Questo tema è delicato. Per quanto riguarda la questione degli stadi di proprietà, l’Italia è molto indietro rispetto a tutte le altre realtà europee e mondiali. Nel The European Club Footballing Landscape – Club Licensing Benchmarking Report (Financial Year 2018), riepilogo annuale riguardante la stagione 2017-2018, la UEFA intende per stadi di proprietà solo gli stadi, le cui entrate sono messe a bilancio dalla relativa società. Alcuni stadi sono ad esempio in comproprietà con il Comune o lo Stato in cui risiedono, o posseduti da società esterne, ma comunque rientranti nel bilancio del club.

Ma basiamoci sui numeri:

  • 15 stadi di proprietà: Inghilterra, Spagna
  • 11: Germania
  • 10: Scozia
  • 7: Olanda
  • 6: Belgio
  • 4: Austria, Danimarca, Portogallo
  • 3: Italia, Norvegia, Svezia
  • 1: Croazia, Francia, Russia, Svizzera, Ucraina, Ungheria
  • 0: Grecia, Turchia

In realtà, gli stadi di proprietà in Italia sarebbero 5: l’Allianz Stadium (Juventus Football Club), lo Stadio Friuli (Udinese Calcio), il Gewiss Stadium (Atalanta Bergamasca Calcio), il Mapei Stadium – Città del Tricolore (Mapei S.p.A.)e lo Stadio Benito Stirpe (Frosinone Calcio), ma probabilmente due di queste società non fanno rientrare la voce “Stadio” nel bilancio societario e quindi non conteggiate nella statistica UEFA.

Come possiamo notare tra i 5 Top campionati europei (Inghilterra, Spagna, Germania, Francia e Italia), l’Italia e la Francia (per curiosità: l’unico stadio di proprietà è quello dell’Olympique Lyonnais, cioè il Parc Olympique Lyonnais) non hanno ancora percepito l’importanza di possedere uno stadio di proprietà o, forse, stanno provvedendo a recuperare il tempo perso e si stanno adeguando. In Italia, per ora, i progetti di cui si discute riguardano solo le grandi città come Milano (Inter e Milan) e Roma (Lazio e Roma), oltre al progetto della Sampdoria a Genova. Un piccolo stadio di proprietà lo dispone il Torino Calcio, che dopo anni è riuscito a ricostruire lo Stadio Filadelfia, tempio del Grande Torino, da anni distrutto, ma attualmente utilizzato solo come campo di allenamento dalla prima squadra e per le partite interne delle squadre giovanili.

Sviluppo delle categorie giovanili

Dopo le brutte prestazioni della Nazionale Italiana, tra cui la mancata qualificazione ai Mondiali di calcio del 2018, si parlò molto del settore giovanile delle società italiane che, a differenze di altre federazioni, non creavano nuovi talenti. Ma guardando i numeri, possiamo vedere che le percentuali di giocatori stranieri nei campionati europei sono le seguenti:

  • Premier League: il massimo campionato inglese ha una percentuale di giocatori stranieri del 62,7% con una età media di 27,1 anni;
  • Serie A: il massimo campionato italiano ha una percentuale di giocatori stranieri del 61,1% con una età media di 27 anni;
  • 1. Bundesliga: il massimo campionato tedesco ha una percentuale di giocatori stranieri del 55,5% con una età media di 25,6 anni;
  • Ligue 1: il massimo campionato francese ha una percentuale di giocatori stranieri del 48,2% con una età media di 25,4 anni;
  • La Liga: il massimo campionato spagnolo ha una percentuale di giocatori stranieri del 38,5% con una età media di 27,6 anni.

Se invece si guarda alle squadre giovanili, il quadro generale è questo:

  • Il campionato giovanile con la media di età più giovane è quello austriaco: su 12 squadre l’età media è di 15,8 anni, mentre il record di “anzianità” spetta al Portogallo, con 14 squadre e la media di 20 anni. La media italiana è 18,7 anni (su 16 squadre).
  • Il campionato con meno stranieri è quello russo, con una percentuale del 0,9% su 20 squadre. Il campionato che conta il maggior numero di giovani stranieri è proprio quello italiano, con una media del 37,7% (su 16 squadre). Al secondo posto troviamo il Portogallo con il 27,6% (su 14 squadre).

Analizzando questi dati è evidente che in Italia ci sia la generale tendenza a ricercare talenti al di fuori del nostro Paese, non valorizzando così il settore giovanile italiano che, negli ultimi anni aveva allenato e cresciuto giocatori come Claudio Marchisio e Daniele De Rossi, solo per citarne due tra i più famosi.

Una cosa che mi appassiona molto è vedere l’evoluzione delle divise di gioco. Ogni anno, gli sponsor tecnici cercano di rinnovare la grafica delle maglie di gioco in modo che i tifosi siano invogliati a comprare la nuova divisa della loro squadra del cuore.

Quindi cerchiamo di analizzare la situazione sponsoring europea, cercando di capire quali sono i brand che maggiormente offrono i kit alle squadre:

Fonte: https://www.uefa.com/MultimediaFiles/Download/OfficialDocument/uefaorg/Clublicensing/02/64/06/95/2640695_DOWNLOAD.pdf

La sponsorizzazione tecnica nei 5 Top campionati UEFA, risulta così suddivisa (nella prima colonna, la eccezione rappresentata dalla lega americana della MLS):

MLSPremier LeagueSerie ALa LigaLigue 11. Bundesliga
Adidas: 27*Adidas: 7Macron: 5Adidas: 5Adidas: 4Nike: 5
Nike: 4Kappa: 4Nike: 4Kappa: 4Adidas: 2
Puma: 4Adidas: 2Joma: 3Macron: 3Jako: 2
Umbro: 2Joma: 2Kelme: 2Puma: 3Puma: 2
Hummel: 1Nike: 2Macron: 2Nike: 2Umbro: 2
Kappa: 1Puma: 2Hummel: 1Le Coq Sportif: 1Hummel: 1
Under Armour: 1Acerbis: 1Kappa: 1Lotto: 1Joma: 1
Erreà: 1New Balance: 1New Balance: 1Kappa: 1
Zeus: 1Puma: 1Umbro: 1Macron: 1
Uhlsport: 1
TOTALE2020202018
*la MLS ha stipulato un contratto esclusivo con l’Adidas, così come la Nike per la NBA

Derby

Nel termine sportivo un Derby è una partita, in cui si affrontano due squadre della stessa città. In molti casi, il termine derby si è esteso anche alle partite tra due squadre con una grande rivalità.

I derby nel calcio si possono trovare quasi in ogni regione del pianeta, ma calcisticamente i più famosi sono:

NAZIONENOME DEL DERBYSQUADRE
ARGENTINASUPERCLÁSICO (BUENOS AIRES)BOCA JUNIORS-RIVER PLATE
BRASILEDERBY PAULISTA (SAN PAOLO)CORINTHIANS-PALMEIRAS
FRANCIALE CLASSIQUEOLYMPIQUE DE MARSEILLE-PSG
GERMANIADER KLASSIKERBAYERN MÜNCHEN-BORUSSIA DORTMUND
REVIER DERBY (RUHR)BORUSSIA DORTMUND-SCHALKE 04
DERBY DI AMBURGOAMBURGO-ST. PAULI
DERBY DI BERLINOHERTHA BSC-1. FC UNION BERLIN
GRECIAOLYMPIAKOS-PANATHĪNAÏKOS
INGHILTERRATHE CLASSICLIVERPOOL-MANCHESTER UNITED
THE BIG BEN DERBY (LONDRA)ARSENAL-CHELSEA
DERBY DI MANCHESTERMANCHESTER CITY-MANCHESTER UNITED
MERSEYSIDE DERBY (LIVERPOOL)EVERTON-LIVERPOOL
NORTH LONDON DERBYARSENAL-TOTTENHAM
ITALIADERBY D’ITALIAINTER-JUVENTUS
DERBY DELLA MADONNINA (MILANO)INTER-MILAN
DERBY DELLA MOLE (TORINO)JUVENTUS-TORINO
DERBY DELLA CAPITALE (ROMA)LAZIO-ROMA
DERBY DELLA LANTERNA (GENOA)GENOA-SAMPDORIA
DERBY DELLA SCALA (VERONA)CHIEVO VERONA-HELLAS VERONA
OLANDAKLASSIEKERAJAX-FEYENOORD
SCOZIAOLD FIRM (GLASGOW)CELTIC-RANGERS
SPAGNAEL CLÁSICOBARCELONA-REAL MADRID
DERBI MADRILEÑOATLÉTICO MADRID-REAL MADRID
TURCHIADERBY DI ISTANBULBEŞIKTAŞ-GALATASARAY-FENERBAHÇE

Per concludere: perché tutto questo lungo discorso? Personalmente ritengo che il mondo del calcio, così come dello sport in generale, sia qualcosa da salvaguardare e rendere ancora più accessibile. Quanti bambini e bambine solcano i campi da calcio delle società sportive sparse ovunque in Italia e nel mondo? Quanti di loro entrano in una palestra per giocare a basket, volley o anche solo per correre e svagarsi un po’? Il mondo del calcio professionistico molte volte ha mostrato il suo lato venale, di business e spesso sporco. Ma pensiamo a quante persone lavorano intorno al mondo dello sport: quando si parla di calcio, specialmente adesso durante la pandemia, si pensa solo ai 22 giocatori che scendono in campo. Ma non si pensa mai ai magazzinieri, ai preparatori, al custode del campo d’allenamento, ai giardinieri che curano il campo, alle imprese di pulizie che si occupano sia dello stadio che degli impianti di allenamento. Allo staff medico e a tutti i collaboratori vari, senza contare tutto il mondo del giornalismo sportivo, che seguono giornalmente le squadre. Oltre a tutto il mondo del volontariato e dell’assistenzialismo come i campi degli oratori o delle associazioni di promozione sportiva, in primis il Centro Sportivo Italiano, e tutti quegli operatori che lavorano nei progetti sociali e sportivi. Lo sport come risorsa, come svago, come inclusione e riscatto sociale. E come qualcosa di bellissimo!

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