Cristina Le Noci è una scenografa laureata all’Accademia di Belle Arti di Torino, città in cui nasce il 18 maggio 1985. Fin da bambina è interessata all’arte e a tutto ciò che riguarda le immagini. Da piccola usava le macchinette usa e getta a rullino per fotografare amici e famiglia nelle vacanze estive, con pessimi risultati, a causa della sua piccola statura infatti tagliava piedi e teste delle persone. Un approccio più serio alla fotografia avviene nel 2005 quando si regala una reflex digitale Canon e inizia a frequentare corsi di fotografia, ma il salto di qualità avviene nel 2010 con l’acquisto di una Nikon D300s, che le regala tante soddisfazioni. La sua altezza non è cambiata molto, ma ora la sfrutta, aggiungendo un pò di fantasia, come gioco forza per dare alle sue foto punti di vista originali…e poi per fortuna esistono le sedie e le scale!!! 😉
1) Quando e come ti sei avvicinata alla fotografia?
Che il mio futuro sarebbe stato incerto lo si poteva intuire dalle scelta fatte fin da bambina, quando decisi che da grande avrei fatto l’artista, più precisamente la pittrice e così mi sono ritrovata, cocciuta come sono, a frequentare il liceo artistico e subito dopo l’Accademia di Belle Arti. Le immagini colpivano quella bambina esattamente come succede ora con la piccola donna che sono diventata, credo che questo non potrà mai cambiare, vivo di immagini, di sorrisi, di occhi lucidi, di tramonti e fino a 18 anni circa mi è bastato. Dopo è nato il bisogno di produrre delle immagini mie, cosa che avevo già provato con la pittura, e non ho più smesso di cercare di rappresentare in queste foto immagini che avrei voluto vedere e di pretendere scatti sempre migliori, in una ricerca che non finirà mai.
2) Chi è che ti ha ispirata?
Mah… credo di aver risposto più ad un impulso, una esigenza che a un ispirazione vera e propria.
3) Qual è il tuo artista preferito?
Diversi fotografi della storia mi piacciono, sceglierne uno è difficile. Sicuramente Richard Avedon per le sue fotografie di moda originali e i reportage, Henry Cartier Bresson e Robert Doisneau, a costo di essere banale, sono da citare. E come donna non posso dimenticare la fotografa Margaret Bourke White, fotoreporter americana fondatrice della rivista “Life” e Robert Mapplethorpe per i suoi studi del nudo e della luce. Ho avuto il piacere di vedere una mostra di Steve Mc Curry e i suoi ritratti eccezionali!
4) Qual è la tua ottica preferita?
Per ora il 50 mm fisso f.1.4. Abbastanza economico, ideale per fare foto al chiuso e di sera, foto di scena a teatro o concerti e anche per ritratti, visto lo sfocato che produce. Fantastico! In generale mi piacciono le ottiche luminose.
5) Qual è il tuo soggetto preferito?
Le persone, i bambini, i loro volti e le espressioni ma anche i gesti, le azioni, i momenti che li mettono in rapporto. Talvolta il movimento e la confusione, come ad un concerto.
6) Quali effetti ha la fotografia nella tua vita, privata e non?
Ho la macchina fotografica quasi sempre con me, i miei amici e parenti sono contenti di avere la fotografa ufficiale di qualsiasi serata ed evento, compleanno, battesimo o matrimonio che sia, e inoltre di inseguirmi per mesi per poter avere le foto scattate!
7) Quali sono i tuoi progetti fotografici futuri?
Sto cercando di uscire dalla sfera della fotografia “solo come passione”, ottenendo ogni tanto qualche lavoro. Sono molto lontana dall’essere una professionista e per questo cerco collaborazioni con fotografi più bravi di me e lavori come assistente. Ne approfitto, se siete interessati, vi prego di contattarmi. In programma ho una mostra sulla Palestina, “To exist is to resist” che girerà per diversi Circoli Arci di Torino e provincia da fine Novembre. Intanto col gruppo F.O.T.O. faccio qualche esperienza in più e mi diverto!!
8) Dilemma eterno: Nikon o Canon?
Ho avuto entrambe, sono innamorata di Nikon!
9) Che consiglio daresti a chi ama fotografare?
Ne darei tanti a chi si sente arrivato, ad esempio di non mettere il copyright, il proprio nome su foto che onestamente non ti ruberebbe mai nessuno, di imparare a essere critici col proprio lavoro, ma senza esagerare e di non pensare mai di essere arrivati, perchè così non si migliora. Agli altri scattate e divertitevi, metteteci il cuore ma fate attenzione anche un pò alla tecnica!
10) Fai un saluto alla rivista.
Namastè rivista!!… un abbraccio a tutti 🙂
Intervista completa: Numero Undici